martedì 22 febbraio 2011

In Libia balena la monarchia: la bandiera dei Senussi innalzata dai rivoltosi a Bengasi


















In queste ore divampa la rivolta in tutta la Libia contro il dispotico, ed antidemocratico, regime di Muhammar Gheddafi, al potere dal 1969, dalla deposizione cioè di Sua Maesta Sidi Idriss al Senussi, primo ed unico (sinora) Re della Libia unificata, mercé la volontà degli Alleati vincitori della seconda guerra mondiale.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà affettuosa ai Fratelli che in Tripolitania, nel Fezzàn e soprattutto in Cirenaica, si stanno liberando, in nome del Dio Unico, potente e misericordioso, da catene di schiavitù, e siamo certi che troveranno, dopo le tristezze del sangue in questi momenti versato dai seguaci delle tenebre, la Via della Luce. Nella Tolleranza, nell'Armonìa, nella moderazione e nel rispetto della civiltà, che non ha tendenze le quali non siano democratiche e verso il progresso coniugato alla Tradizione.
A questo proposito, auspichiamo il ritorno della Monarchia costituzionale in Libia: un ritorno che si sta manifestando nei simboli i quali, chi li sa decrittare, sono segni di realtà. Osservi il lettore le foto inviate oggi da un blogger (a7fadhomar) nel sito di Flickr della rivolta che vede, a Bengasi (la città capitale della Cirenaica, la terra del Silfio e delle Esperidi, l'antica Berenice di Batto, la sede della Confraternita dei Senussi, che Iddio protegga sempre dal luoghi santi di el Beida, laddove fu la prima zaùia, Giarabub e Cufra...), la popolazione e l'esercito libico fraternizzare: la marea umana che sfila nella litoranea bengasina ed il giovane sul carro armato inalberano non più la bandiera verde della Jamahiria gheddafiana, ma la 'vecchia' bandiera dell'United Kingdom of Lybia, ossia il vessillo della monarchia di Re Idriss. E se a ciò si uniscono le dichiarazioni del nipote dell'ultimo Re, Sua Altezza il Principe Idriss, che vive tra Roma e Washington, come le posizioni dell'altro Principe, Sua Altezza Mohammed Senussi, che vive a Londra, la realtà dei fatti appare evidente. Il popolo di Cirenaica e di Tripolitania e del Fezzan, vuole autogovernarsi nella libertà: se non con una larga autonomìa, attraverso la figura di un monarca che garantisca l'unificazione dei territori. Del resto, fu proprio il Regno d'Italia, di cui tali regioni erano colonie dalla guerra italo-turca del 1911-12, che creava nel 1934 la colonia unita di Libia, ergendola a provincia metropolitana nel 1938. La sciagurata guerra perduta dal fascismo rovinò tutto, ma era nei voti che il già Emiro di Cirenaica Sidi Idriss Al Senussi, discendente del Profeta (con lui la pace), divenisse la figura catalizzante, in virtù della sua purezza e del suo carisma, del Regno Unito di Libia, il quale nasce dal balcone dell'ex governatorato di Bengasi, con la stessa bandiera delle foto qui riportate, mezzaluna e pentalfa, che in queste ore garrisce nuovamente al vento affricano dopo 42 anni, la sera del 24 dicembre 1951.
Nihil sub sole novum, dunque: la Libia può tornare ad essere (come fu in Spagna, come secondo alcuni analisti si sta già preparando) una monarchia costituzionale, nel quadro della Tradizione della sacra Confraternita dei Senussi, dal grande ascendente popolare. Può coniugare in modo intelligente sovranità regale e riforme sociali. Oppure potrà smembrarsi (ciò si accorderebbe pure con la storia, essendo Tripolitania Cirenaica e Fezzan molto diverse strutturalmente ed etnicamente), anche se le potenze mondiali non ne sarebbero entusiaste, e difficilmente permetterebbero a tale stato così energeticamente importante, codesto cammino. E però, la rivoluzione in atto in tutto il Nord Affrica nulla può escludere. Tutto è nelle mani dell'Unico, del Supremo Artefice. Ed a Lui che solo conosce il segreto delle parole perdute, si affida il destino di noi popoli del Mediterraneo. Però il segnale c'è, la bandiera monarchica senussita (verde delle parole profetiche, nero della putrefazione, rosso della perfezione fra i tormenti, con l'albedo della mezzaluna e della stella) in alto nel cielo di Bengasi: torni la dinastia regnante in Libia, se così si vuole e si può, ma in ogni caso regni non più turbata da fanatismi e degenerazioni controiniziatiche, la Virtù, la Tolleranza verso tutti, la Luce infinita dei cinque punti.
(F.Gio.)

Nessun commento:

Posta un commento