mercoledì 10 febbraio 2010

Brigantony re del folk siciliano

Celebre negli anni Ottanta ed ancora attivo

Brigantony, il ‘re’ del folk siciliano

Dalla diffusione delle radio libere nacque la sua popolarità, poi divenuta immensa in Sicilia e nel mondo – La volgarità come veicolo per messaggi oltre l’ipocrita convenzionalismo – Alcune canzoni sono intramontabili -
 
 
Epoca memorabile, la seconda metà degli anni settanta, in Italia come in Sicilia: l’esplosione di quelle che ai tempi erano denominate ‘radio libere’ fu una autentica liberazione, vera orgia di canzonette, per le strade come nelle case. Chi non ha vissuto, da bambino e da adulto, quel periodo –che per inciso, durò circa un quindicennio, fino alla emanazione della legge Mammì nel 1990 e la regolamentazione del settore- per motivi strettamente cronologici, non può comprendere quale fosse il clima, meglio il ‘milieu’ culturale creatosi, in senso onnicomprensivo, nella realtà sociale del popolo italiano. In Sicilia particolarmente il fenomeno ebbe una caratteristica precipua: fece nascere dalle radioline e dalle stazioni approntate sovente alla buona, con mezzi di fortuna e da personaggi quasi pittoreschi, delle figure artistiche che assursero a miti, semileggende metropolitane. Da tale pulpito canzonettistico, ci si riferisce ovviamente alla canzone in lingua, o vernacolo, siciliana (per le melodie in napoletano la storia è simile, e merita trattazione a sé) sgorgarono cantanti straordinarii, che oggi a distanza sufficiente di tempo, possiamo definire le colonne sonore della nostra vita, di quegli anni. Come accade inevitabilmente, molti furon meteore, e tramontarono: uno però rimase, poiché sin da subito giganteggiò: si tratta di Brigantony, all’anagrafe Antonino Caponnetto nativo del quartiere catanese di Cibali, già pittore edile. Egli fu, è e rimane l’autentico ‘re’ del folk siculo, in ogni senso.
Quei che rammentano, anche se a volte la memoria giuoca scherzi tristi, come le successive generazioni, tengan conto che a Catania, ed in molte altre città siciliane, il veicolo canoro delle radio private, o libere, fu il megafono assoluto di cotali interpreti della musica popolare, ed in questo torno di tempo l’ex imbianchino Brigantony, dall’aspetto fisico caratteristico ed anche studiato ad arte, si impone alla memoria di bimbi ed adulti: esce nel 1976 il primo suo album, o musicassetta (diverranno una cinquantina), dal titolo "La bella vita". Era frequente sentire cantare codesta canzone tra i ragazzi delle elementari nelle zone popolari, contribuendo alla conoscenza dell’artista. E però la sua fama universale esplode nei primi anni ottanta, con gli album (detti anche all’epoca ‘volumi’) "Divertimento in folk" del 1980, "Brigantony si scatena" del 1981 e "1 X 2" del 1984. E’ difficile anche per noi, che eravamo tra gli estimatori, imaginare e riescire adesso anche solo a dare una vaga idea della città di quegli anni, ove in qualunque zona, con evidente preponderanza di quelle popolari, ci si recasse per le occupazioni quotidiane, dalle case alle ‘lape’ dei gelataj alle automobili da pochissimo equipaggiate con le autoradio ed il mangianastri, si udisse quasi incessantemente la voce divertente di Brigantony che intonava "A nanna si nni fuiu", suo immenso successo (facente parte di una triade, per cui vi furono "A nanna è incinta" e, conosciutissima, "A nanna patturiu"), insieme alla "Sasizza", "Shanana", "U postu o Cumuni", "A cabina", e "L’intervista", ove alla garbata presa in giro degli omosessuali egli affianca notevoli doti recitative.
Nel 1982 Brigantony riceve un premio come cantante più ascoltato delle radio libere di Sicilia: riconoscimento meritato. Lo rammentiamo al culmine del successo, fra le tante occasioni, in un Teatro, il "Sud" di via Re Martino a Picanello, ora non più esistente, gremito di centinaja di partecipanti per un concerto con appropriata ‘band’. Alla volgarità dei testi, infarciti di doppi sensi che in sequenza si renderanno sempre più espliciti, egli risponde allora come oggi che ciò che si rappresenta è lo specchio, magari occultato appositamente, della autentica società sicula, la quale sovente si appassiona e ride di sottecchi su argomenti che, tra amici, crede opportuno celare. E’ la sempiterna storia, avente radici lontane e sulla quale sarebbe lunga l’indagine, spaziante fra l’Ovidio dell’Ars Amandi e l’Aretino per giungere al nostro tragico e solenne Micio Tempio ed a Giovanni Meli, aedi della Sicilia settecentesca splendida e volgarissima nella sua solennità barocca, che fa parte del costume nazionale. Qui preme nondimeno osservare che l’estro artistico di Brigantony ha prodotto financo canzoni ispirate alla più pura melodia siciliana classica, che gli valsero la partecipazione alla edizione televisiva di quegli anni del Festival della Canzone siciliana, e i suoi numerosi ‘tour’ nelle Americhe (ove si è recato circa quaranta volte) ed in Australia: canzoni dense e commoventi d’amore per la donna che ognuno ha nel cuore, come "Carusidda siciliana" e sopra tutto "Bedda", forse il suo più grande successo artistico, la cui trasparente bellezza a nostro avviso è ben paragonabile ad "E vui dormiti ancora", meritando un posto d’onore nel pantheon ideale delle melodie sicule. Brigantony ha spaziato in tutti i generi, prediligendo il folk ed il rock in versione sicula, con ampia estrosità. Nella seconda metà degli anni ottanta, il suo stile diviene ancor più esplicito: ovvero si rendon chiare quelle allusioni nelle canzoni popolari, in tono con i tempi, per cui nascono canzonette popolarissime come "A sucalora" e "Mi stuppai na fanta", accanto alle scenette (di cui nel 1992 vi sarà la versione in video detta "Telemelaviro") di "Ciao buonasera", "Padre Tamarindo", "Pippu carni ‘i cavaddu". Egli ha sovente inciso con la casa discografica Sea Musica, collaborando con Tony Ranno e le musiche del fisarmonicista Gino Finocchiaro; un libretto sui significati delle sue canzoni è stato pubblicato nel 1998. Una importante operazione culturale intrapresa da Brigantony è la pubblicazione, negli anni novanta, delle poesie erotiche di Micio Tempio, da lui lette con originale novità, e di cui -come di alcune sue canzoni- esistono ‘presenze’ sul canale Internet di Youtube. Egli ha anche un sito personale, e l’immancabile ‘fan site’. Ha anche effettuato ‘incursioni’ in politica, ove il suo pensiero verso i politicanti è icasticamente espresso in una canzone, dal titolo essenziale: "Bastaddi".
Ma forse la filosofia di vita che è spesso trasmessa dalle canzoni di Brigantony, si può condensare in uno dei suoi ultimi brani, "La pacchiomanìa", ove le parole "a i masculiddi d’inta ‘a testa ccì furrìa… a chiddi ranni si cci adduma sempri a spia… cò cauru aumenta e nn’acchiana ‘a fantasìa…". E’ il sesso, codesta eterna ossessione umana ed in Sicilia sempre presente, in parallelo alla morte, nella storia come nella palingenesi psicologica del popolo, a trionfare nella sua manifestazione puramente pànica, attraverso le canzoni di Brigantony, in ogni sua forma. Ed egli, colla semplicità della gioja e del sorriso specie negli ultimi anni, riesce a ridere ed a far ridere tutte le classi sociali, accomunate dagli stessi sentimenti, dagli stessi desiderii, dagli stessi ideali.
L’artista catanese ha avuto anche l’onore di essere ‘ripreso’ da un gruppo di giovani jazzisti, i "Brigantini", che negli ultimi anni del XXI secolo ne propongono, arrangiandoli a loro modo, i più conosciuti successi. A sessantuno anni, l’artista del segno del Toro, da alcuni appellato ‘maestro’ (epperò, come riferisce Renzo Arbore, "se ti chiamano maestro vuol dire che sei finito"), gestisce un ristorante sul lungomare di Acireale, "Cu c’è c’è", e continua a tenere concerti e serate, dal Madison square di New York al Tondicello della Plaja a Nizza di Sicilia. I fiumi scorrono e con essi molti cambiamenti, però le passioni e gli amori cantati da Brigantony permangono intatti, in tutta la loro luce. Anche per questo, siamo lieti che egli continui a farci sorridere, con schiettezza e semplicità.
 
Bar. Sea. , ovvero Francesco Giordano

(pubblicato su Sicilia Sera n°318 del 5 giugno 2009)

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